giovedì 25 marzo 2010

Risposta a Fabio Milito Pagliara - 2

Ho accettato di pubblicare anche un secondo commento (cliccare sul titolo di questo post per visualizzarlo) dell'ineffabile coordinatore del circolo UAAR di Salerno, relativo al post "Il perché di questo blog", dato che - come il precedente - è pienamente rappresentativo dell'aria viziata che si respira all'UAAR, e mi fornisce l'occasione per chiarire meglio il mio pensiero.

Fabio mi chiede: "Come fai a decidere se la libertà ce l'hai o meno?". E' molto semplice: ce l'ho se posso esprimere liberamente il mio pensiero. Se vengo cacciato da un'associazione per aver esercitato questo diritto fondamentale di ogni essere umano, allora vuol dire che in quell'associazione tale libertà non esiste.

Fabio, abilissimo rovesciatore di frittate, mi chiede se sia "lecito avere opinioni diverse". Certo che è lecito, ma il problema è che io sono stato cacciato dal'UAAR proprio per aver espresso opinioni diverse da quelle della dirigenza nazionale e del suo fedelissimo gregge, mentre lui, che non ho mai trovato in disaccordo con le posizioni dei capi, continua - guarda caso - ad esserne socio.

Anch'io mi sono trovato talvolta d'accordo con le posizioni e le iniziative dei dirigenti nazionali UAAR, ma mi è stata negata la libertà di essere in disaccordo, cominciando col mettermi in stato di moderazione sulla lista dei coordinatori di circolo - con argomenti pretestuosi, senza che io avessi violato il manifesto della lista stessa - e finendo con l'espellermi.

Fabio può anche affermare di non essere un pecora del gregge perché la sua costante adesione alle posizioni dei capi è sentita e spontanea, perché - per una felicissima ancorché casuale combinazione di fattori - tutto ciò che viene detto e deciso dal Comitato Centrale (mannaggia, mi è scappato di nuovo!) coincide con il suo punto di vista e le sue idee. Non escludo che ciò sia possibile, ma è certamente assai improbabile alla luce di una serie di eventi sconcertanti:

1) pessima gestione della crisi verificatasi dopo la diffusione, sulla lista dei coordinatori di circolo, delle critiche mosse da Valentina Bilancioni (ex coordinatrice del circolo di Rimini) alla dirigente nazionale Adele Orioli, con immediata criminalizzazione di Valentina e sue conseguenti dimissioni dall'UAAR, anziché cercare di trovare una soluzione non conflittuale;

2) linciaggio morale, sulla lista dei coordinatori di circolo (che sarà definita d'ora in poi "lista circoli") e la lista aperta a tutti i soci ("lista uaar"), di Francesco Paoletti, all'epoca membro del Comitato di Coordinamento e coordinatore del circolo di Roma, con un processo in stile staliniano basato su illazioni e sospetti (fondati soprattutto sul fatto di essere il compagno di Valentina), accuse ridicole (come quella di non aver attaccato i quadri nella nuova sede nazionale, ed altre idiozie dello stesso tenore), su delazioni (come il resoconto del coordinatore di Cagliari, non comprovato da riscontri oggettivi, di una telefonata contro Adele che lui afferma di aver ricevuto da Valentina e Francesco, senza tener conto del fatto che Francesco è in grado di dimostrare di essersi trovato, quel giorno, a 400 km di distanza dalla sua Valentina), ed il solito sostegno della "guardia imperiale", linciaggio conclusosi con le dimissioni di Francesco da entrambi i suoi incarichi;

3) dimissioni dai rispettivi incarichi dei componenti del gruppo direttivo del circolo di Roma, conseguenti alle dimissioni di Francesco Paoletti, che hanno praticamente "decapitato" uno dei più numerosi circoli d'Italia;

4) linciaggio morale sulle solite liste, basato su motivi così futili che mi vergogno a riferirli, di Giacomo Grippa, coordinatore regionale della Puglia e coordinatore del circolo di Lecce, con conseguenti sue dimissioni da quest'ultimo incarico (poi rientrate per la sua unanime riconferma da parte dei soci leccesi);

5) linciaggio morale contro il sottoscritto per aver preso le difese di Paoletti e di Grippa sulle liste di cui sopra, e per essermi battuto per il rispetto della decisione unanime dei soci baresi di intitolare il circolo UAAR di Bari ad Ipazia di Alessandria;

6) immotivata messa in stato di moderazione del sottoscritto, prima sulla lista circoli, poi sulla lista uaar (su questi provvedimenti avrò modo di tornare in seguito);

7) serie di ricorsi ai probi(?)viri contro di me, Paoletti e Grippa;

8) espulsione del sottoscritto e di Grippa dall'UAAR, guarda caso in vista del congresso nazionale, nel quale la dirigenza nazionale vuole limitare al massimo la presenza di oppositori.

Tutto questo non può non far nascere il sospetto che ci sia del marcio in Danimarca, e se, nonostante questa lunga serie di orrori, persone come Fabio continuano ad essere sempre e regolarmente d'accordo con il Comitato Centrale (ma allora è un vizio!), si può ragionevolmente pensare che siano persone libere?

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